[rubrica] Indipendente #01
Appunti usati nell’episodio ‘indipendente’ del podcast ‘il cattivo carattere’
Meditazioni notturne, con angelici sogni senza peso.
Storie di una ragazza (Linda Perhacs) che fa un album solo nel 1970 e per scarse notizie o vendite finisce a fare la sua vita da dentista fino a scoprire tramite il web di essere divenuta famosa ed il suo unico disco oggetto di culto.
Storie così.
Di b-sides (snow song) di un uomo in cerca d’identità e di uno sbocco artistico che quando poi trova (con successo di critica e pubblico lo costringerà per scelta personale ad allontanarsi dalle scene degli show per almeno un quinquennio
Di autori che provano di tutto con successo dall’orchestrale all’elettronica, per dire nei testi di un proprio brano che un serial killer non potrebbe essere peggiore di lui nei suoi segreti sotto un asse del pavimento e purificarsi poi in canzoni chitarra e voce fino poi a produrre fuffa (Sufjan Stevens)
The Shins (boh!!! ma nell’indie rock moderno americano del 2021 vanno forte forte)
The Decemberists me li passò il sig. CRAIF nel 2003, chiedere a lui perché (indie pop teatrale con sensibilità pastorale che prometteva successo poi avuto nel 2011 con un album country pop con ospite Gillian Welch che è anche lei nella playlist) —>> folk singer in cerca di successo che ebbe dopo tanta tanta gavetta
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Non pare ma sono storie di successo e da indipendente a major come etichette/case produttrici
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Promesse di nuovi inizi, inzuppate in quel tipo di malinconia che assomiglia molto alla gioia, e suonano altrettanto vive
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Storie vere di un America intima fatta da cantanti/cantautori su produzioni che spesso rasentano il lo-fi spesso fatte con i pochi strumenti a disposizione: per la maggiore chitarra e voce
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Storie di madri padri alcool uccisioni amori bevute e via discorrendo
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Poi per omogeneità/stanchezza fino alla fine della playlist
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Negli anni dei figli dei fiori (se non sbaglio) si diceva: non fidarti di un uomo che abbia più di trent’anni.
Qui siamo davanti invece canzoni portavoce involontarie della loro generazione senza scopo, ventenni che cantano per altri ventenni con canzoni che piacciono anche ai grandi, di urgenze innamoramenti e nel contempo esaurite e perse meraviglie del pensiero.... cantando collettivamente le nostre/loro menti, ponendo le grandi domande, confrontandosi con una cultura della paura, cercando nuovi inizi, lottando con Dio e perdendo verità e innocenza.
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melodie == spazio per respirare, finite le urla e le grida energiche/energetiche che si sono spente insieme a quella che è la generazione dei 50enni attuali e con quelli che urlano e gridano ancora che oggi sono 70enni forse
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Voci stanche vite solitarie, stati emotivi desolati e contorti. Anche se è una generazione fragile con una bassa opinione di se stessa spesso si rivela ((se lo si sa cogliere)) di un talento eccezionale ((vedi Elliot Smith))
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#strano #fantasioso #acerbo #teatrale #intelligente #coinvolgente
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Canzoni che vedremo se invecchieranno bene. Spesso già si.